Affitti brevi: tutte le novità sulla tassazione

Dallo scorso giugno anche per le locazioni brevi tra privati/persone fisiche – stipulate generalmente per uso turistico – è applicabile la tassazione con la cedolare secca in alternativa a quella ordinaria, grazie alla conversione in legge del decreto 50/2017 (legge 96/2017). Si tratta — informa il sito Investireoggi.it — di contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata fino a 30 giorni inclusi quelli dove è prevista la fornitura di biancheria e/o di pulizia, stipulati da persone fisiche direttamente o tramite agenzie o siti di intermediazione (come Airbnb o Booking). Sono interessati i contratti stipulati tra persone fisiche, sia il locatore che il locatario, che agiscono al di fuori dell’eventuale attività di impresa esercitata. Non sono coinvolti quindi i contratti stipulati con una ditta, impresa, professionista, etc. Si ricorda che i contratti di locazione di durata inferiore ai 30 giorni non devono essere registrati e quindi non è dovuta imposta di registro, ma i redditi che ne derivano sono soggetti ad Irpef. A regime ordinario i redditi da affitto vengono tassati in sede di dichiarazione dei redditi applicando l’Irpef sull’importo più alto tra il canone (annuo) di locazione ridotto del 5% e la rendita catastale (art.37 del TUIR, Dpr 917/86). Dal primo giugno 2017 – per la precisione per i contratti stipulati da tale data – a questi redditi si può applicare in alternativa e in via opzionale la cedolare secca con aliquota 21%. Stessa cosa per i contratti di sub-locazione e di comodato non gratuito aventi le stesse caratteristiche. L’opzione per la cedolare secca può essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate tramite il modello Rli oppure direttamente in sede di dichiarazione dei redditi. Trattandosi di contratti non soggetti a registrazione obbligatoria la compilazione è semplificata.

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