Bonus energia col Bonifico parlante

Bonifico parlante, con l’inserimento obbligatorio del numero di fattura rilasciata dall’impresa che ha fatto i lavori. E controlli a campione dell’Enea (l’ente nazionale per le nuove tecnologie, ndr) sulle attestazioni di prestazione energetica, relative alla sussistenza delle condizioni di ammissibilità all’ecobonus. Le due novità — scrive Italia Oggi — emergono dalla lettura di una bozza di decreto del ministero dello Sviluppo economico – redatto di concerto con i dicasteri dell’Economia, delle Infrastrutture e trasporti e dell’Ambiente e in gestazione ormai dal marzo scorso, che andrà a riformare le detrazioni fiscali per gli investimenti in efficientamento energetico. Sconti già prorogati dalla legge di Bilancio 2018 (n. 205/2017) che ha anche modificato i parametri di riferimento delle detrazioni. Ma emergono anche alcune criticità. In particolare, va sottolineata la decorrenza operativa della riforma, a partire dal terzo mese successivo alla pubblicazione in Gazzetta del decreto. Ciò significa che restano invariate le regole per i lavori effettuati tra il 1° gennaio 2018 e la data di attuazione della misura. In più, va detto che la riforma introduce 28 tetti di spesa; uno per ciascuna tipologia di intervento agevolato. E questo finirà a creare una disparità tra contribuenti; cioè tra coloro che hanno già effettuato i lavori e quelli che li dovranno effettuare dopo l’entrata in vigore del decreto. Di conseguenza, si innescherà una corsa all’ultimazione dei lavori per poter beneficiare dell’ecobonus nella sua versione originaria. Tentando di sfuggire al nuovo regime.

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