La nuova Imu nascerà dalla fusione con la Tasi

L’imposta sugli immobili riveduta e corretta è contenuta in un emendamento, dichiarato ammissibile dalla commissione Bilancio della Camera, alla legge di Bilancio (primo firmatario Alberto Gusmaroli e con la firma di tutti i deputati della lega della commissione Finanze della Camera), secondo quanto riferisce il quotidiano Italia Oggi. La nuova imposta nelle intenzioni del primo firmatario dell’emendamento non dovrà portare rincari e vantaggi né nelle casse dello Stato né sulle spalle dei contribuenti. È stata infatti inserita una clausola di invarianza che dovrà assicurare gli stessi importi che si pagano attualmente. Il nuovo tributo risultante dalla fusione di Imu e Tasi avrà una aliquota massima dell’11.40%. Nell’articolato dell’emendamento si stabilisce che l’aliquota base per l’abitazione principale è pari allo 0,4% e il Comune può aumentarla di 0,2 punti percentuali o diminuirla fino all’azzeramento. La scelta è rimessa alle delibere comunali anche per quanto riguarda l’aliquota base per gli immobili diversi dall’abitazione principale. Nella riforma è previsto che siano i Comuni a garantire massima semplificazione degli adempimenti e a fornire i modelli di pagamento preventivamente precompilati. In sede di prima applicazione, si legge nel testo, la prima rata da corrispondere sarà pari a quanto dovuto per il primo semestre applicando aliquota e detrazione dei 12 mesi dell’anno precedente con riferimento alla somma di Imu e Tasi. Sono circa mille gli emendamenti alla manovra dichiarati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera su un totale di 3626 proposte presentate.

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