Imu e Tasi 2019, prima scadenza: acconto da versare entro il 17 giugno

Si avvicina la prima scadenza per Imu e Tasi del 2019: la data è quella del 17 giugno (il 16 è domenica). Entro quel giorno i contribuenti devono versare l’acconto delle due imposte sulla casa. Il secondo appuntamento, invece, è per il 16 dicembre con il saldo. Come spiega Il Sole 24 Ore, la legge di Bilancio 2019 ha cancellato lo stop agli aumenti imposto ai Comuni dal 2016. Per legge, però, “la prima rata dell’Imu è pari a al 50% dell’imposta calcolata in base alle aliquote (e alle detrazioni) relative ai 12 mesi dell’anno precedente. Eventuali rincari decisi dai Comuni per quest’anno, quindi, si faranno sentire sulle tasche dei contribuenti solo in occasione del saldo di dicembre”. I Comuni, nello specifico, hanno tempo fino al 28 ottobre 2019 per stabilire le nuove aliquote. Nel mese di dicembre 2019, quindi, Imu e Tasi andranno ricalcolate in base alle novità, detraendo quanto pagato a giugno. La Tasi (Tributo per i servizi indivisibili) è stata istituita dalla Legge di stabilità per il 2014 e serve per finanziare i servizi comunali indivisibili, cioè quelli rivolti omogeneamente a tutta la collettività (per esempio: la manutenzione delle strade o l’illuminazione pubblica). Il presupposto della Tasi è “il possesso o la detenzione di fabbricati o aree edificabili”. Ogni Comune con propria delibera stabilisce le aliquote. Inizialmente, quando è stata introdotta, includeva anche l’abitazione principale. Questa è stata poi esclusa nel 2016. Il versamento deve essere effettuato solo con F24 e bollettino postale centralizzato. L’Imu, invece, è l’imposta municipale unica o imposta municipale propria e le aliquote sono stabilite autonomamente dal singolo Comune . Si tratta di un’imposta diretta di tipo patrimoniale, applicata sulla componente immobiliare del patrimonio. Inizialmente l’Imu era dovuta in caso di possesso di immobili compresa l’abitazione principale e le pertinenze, e i terreni agricoli. Dal 2014 la norma  è stata però modificata , escludendo le prime case (a eccezione di quelle di lusso). In ogni caso, come ricorda il Sole 24 Ore, per l’esenzione Imu-Tasi sull’abitazione principale “sono richieste sia la dimora abituale che la residenza anagrafica”. Il pagamento si effettua con bollettino di conto corrente postale o con modello F24.

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