federproprietà: una seria politica della casa deve coinvolgere anche i piccoli centri

“Per una riforma della fiscalità immobiliare: equità, semplificazione e rilancio del settore” è il documento presentato da FEDERPROPRIETA’ alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria. In esso l’associazione presieduta dall’on. Massimo Anderson ricorda che “la ricchezza delle famiglie italiane ha raggiunto al 31 dicembre 2017, secondo il rapporto biennale Bankitalia-Istat del maggio 2019,  9.743 miliardi di euro. Oltre la metà è costituita dalle abitazioni per un valore di 5.246 miliardi, che assieme ai terreni porta le attività immobiliari a 6.295 miliardi di euro. Valori che avrebbero potuto essere ben più elevati se non ci fosse stata la perdurante crisi economica. La proprietà di casa, negozi, uffici e capannoni è un bene riconosciuto e garantito dall’articolo 42 della Costituzione che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurare la funzione sociale e renderla accessibile a tutti”. FEDERPROPRIETA’ dunque si fa interprete della necessità, non più rinviabile, di avviare una politica dell’abitazione che tenga conto di una visione unitaria dei problemi: ritiene “che il rilancio della politica per la casa e per la qualità urbana sia un aspetto fondamentale per lo sviluppo economico del Paese e per eliminare tensioni sociali e disuguaglianze. Si tratta in sostanza non di una difesa settoriale e corporativa, ma piuttosto civile, finalizzata a promuovere e sollecitare un quadro di provvedimenti che coinvolgano non solo le grandi città con le loro periferie sempre più degradate e invivibili, ma anche i piccoli centri che vanno sempre più spopolandosi. In Italia non è diminuito il desiderio delle famiglie di avere una casa di proprietà. Lo scenario del patrimonio immobiliare italiano tuttavia è andato, negli anni, cambiando, con grandi differenze di situazioni tra le grandi città e i piccoli centri. La domanda abitativa, per alcune categorie quali studenti e lavoratori fuori sede, si è orientata verso l’uso che è cosa diversa dalla tradizionale locazione, e quindi oggi appare indispensabile creare un’offerta sostenibile (anche economicamente) in questo settore”.

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