Cedolare secca commerciale: cosa cambia

La nuova cedolare secca cambia volto. Aliquota, per i contratti a canone concordato, aumentata dal 10% al 12,5% e nessuna proroga per la cedolare secca su affitti di immobili ad uso commerciale. Gli aumenti previsti, e già inseriti, peraltro, nel Documento Programmatico di Bilancio discusso pochi giorni fa in Consiglio dei Ministri — spiega il sito Investireoggi.it — si riferiscono, innanzitutto, alle imposte catastale e ipotecaria che dovrebbero salire di ben 100 euro l’una (da 50 euro a 150 euro). Verrà, inoltre, innalzata l’aliquota della cedolare secca, per i contratti di locazione a canone calmierato, dal 10% attuale al 12,5%. Ma le novità non sembrano finire: nel testo della nuova legge di bilancio, ad oggi, non è stata riscontrata alcuna traccia circa la cosiddetta “Cedolare secca commerciale”. Vediamo di cosa si tratta. L’opzione della cedolare secca , come ormai sappiamo, può essere esercitata per le unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali da A1 a A11 (esclusa l’A10 – uffici o studi privati) locate a uso abitativo e per le relative pertinenze, locate congiuntamente all’abitazione. Grazie alla legge di bilancio 2019, dal 1 gennaio 2019, tale opzione, può essere esercitata anche in relazione ad ai locali commerciali, in particolare: locali commerciali classificati nella categoria catastale C/1 aventi una superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze. L’aliquota applicabile, in questo caso, è del 21%. La norma sulla cedolare secca commerciale, introdotta con legge di bilancio 2019, non è una misura, per così dire, strutturale. Essa, infatti, prevede un periodo di decorrenza che va dal 1 gennaio 2019 al 31 dicembre 2019. Ad oggi, all’interno della bozza della Legge di Bilancio 2020 e del collegato Decreto Fiscale non vi è alcuna traccia di un eventuale proroga di questa agevolazione. Ovviamente, anche in questo caso, è sempre meglio aspettare i testi definitivi per essere certi di quanto sopra detto.

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