Federnotai chiede l’aliquota unica al 3% sull’acquisto della prima casa

Federnotai interviene sull’equiparazione (con aumento) delle imposte ipotecarie e catastali indicate nella manovra 2020. Per il sindacato — scrive Il Sole 24 Ore — la manovra dovrebbe allargarsi anche alle imposte di registro e Iva, uniformando le aliquote al 3% per avere «più chiarezza e maggiore concorrenza». Per ora, invece, nella manovra si parla solo di un aumento da 50 a 150 euro sull’acquisto degli immobili da privati e una riduzione da 200 euro a 150 per l’acquisto da impresa sulle imposte ipotecarie e catastali. Il sindacato ipotizza una parificazione, per esempio al 3%, tra l’aliquota Iva (ora al 4%) e quella di registro (ora al 2%) per l’acquisto della prima casa. Questo, però, porterebbe a un aumento sensibile (circa un terzo) dell’imposta di registro per le compravendite tra privati: il correttivo suggerito da Federnotai è «una riduzione dell’attuale base imponibile e l’eliminazione del minimo di euro 1000 attualmente previsto; importo, questo, che penalizza gli acquisti delle fasce più deboli». Un’altra piccola (ma non tanto) rivoluzione potrebbe riguardare la base imponibile Iva (l’imposta che tutti pagano quando acquistano dalla imprese costruttrici), che dovrebbe passare al cosiddetto “prezzo-valore”, cioè la determinazione della base imponibile sul valore catastale dell’abitazione e sul prezzo: «Così sarebbe eliminata la disparità tra i due tipi di compravendita e il raggiungimento di una reale equità fiscale», dicono a Federnotai.

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