A Pisa ecco i robot come portinai, colf e badanti

Ci saranno colf, portinai e badanti. Ma anche aiuti tecnologici come ausilio per la professione del medico. Da dentro, con un una sorta di animaletto che esplora il corpo umano, a fuori con protesi che aiutano a camminare e a compiere attività quotidiane. Robot sempre più integrati con l’uomo. Al servizio delle persone pensando anche ai cambiamenti demografici. La Scuola di BioRobotica dell’Istituto Sant’Anna di Pisa, il primo embrione nel 1989, è una fucina di progetti pioneristici di grande impatto. Come il tatto bionico, che fa percepire la differenza tra superfici lisce e ruvide con un dito artificiale connesso ai nervi del braccio: una ricerca coordinata dagli scienziati pisani e dell’Epf di Losanna pubblicata sulla rivista eLife. Il danese Dennis Aabo Sørensen, che ha subìto una amputazione, ne è il testimonial: «Percepivo la stimolazione quasi come quella che avrei potuto sentire con la mia mano». E, a proposito di articolazioni, di grande aiuto è la mano robotica che deve fornire molte prestazioni pur garantendo leggerezza. «Requisiti contrastanti, all’apparenza – precisa il ricercatore Marco Controzzi – ma che in una protesi rivestono un ruolo determinante. MyHand nasce nel 2010 dalla volontà di progettare una protesi di mano facile da usare, confortevole e dall’estetica deliberatamente non umana».

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