Via la cedolare secca per l’affitto dei negozi: protestano esercenti e proprietari

Manovra, l’ultimo caso scoppia sulla cedolare secca per i negozi. Contrariamente alle attese — scrive il Corriere.it — la tassazione agevolata sulle locazioni commerciali non è stata prorogata, scatenando le proteste delle associazioni interessate (esercenti e proprietari) e delle opposizioni. Il colpo di scena c’è stato in commissione Bilancio al Senato, dove prima sono stati bocciati gli emendamenti delle opposizioni tesi a confermare la cedolare secca al 21% e poi sono state ritirate analoghe proposte. Così, se non ci saranno ripensamenti quando la Manovra arriverà in aula, la tassazione sulle locazioni commerciali tornerà alle aliquote ordinarie. La cedolare secca sui canoni riscossi dando in affitto un esercizio commerciale fu introdotta con la manovra di un anno fa per il 2019. Questo significa che su tutti i contratti stipulati fino al 31 dicembre di quest’anno il proprietario versa un’imposta sostitutiva unica del 21% del canone per tutta la durata del contratto (di solito 6 anni più 6). Senza la proroga del regime agevolato, sui contratti stipulati dal 2020 si tornerebbe alla tassazione secondo le normali aliquote Irpef, più le addizionali locali e l’imposta di registro, per un carico totale che può superare il 48% del canone.

 PROBLEMI DI CONDOMINIO? L’ARPE LI RISOLVE CON SOLI 8 EURO AL MESE. CONSULENZE TECNICHE-LEGALI-FISCALI GRATUITE PER TUTTO L’ANNO

Articoli Correlati