Arriva alla Camera il ddl sul “Contenimento del consumo di suolo”: stop al cemento entro il 2050?

Sette metri quadrati di terra fertile persi al secondo, 80mila ettari consumati dal 2012 a oggi, un’estensione pari a otto volte Parigi. I dati allarmanti dell’ultimo rapporto Ispra (Istituto superiore di ricerca ambientale) — scrive la Repubblica — dimostrano che il nostro Paese ha un livello di consumo di suolo tra i più alti in Europa, nonostante le caratteristiche orografiche del territorio e l’elevato rischio idrogeologico. Ma se negli ultimi trent’anni sono stati divorati 5 milioni di ettari di terreni agricoli, una media di 80 campi da calcio al giorno, evidentemente il cemento ha avuto la meglio. Probabilmente la Camera darà il via libera al ddl sul “Contenimento del consumo di suolo”, una legge che è in ballo da 4 anni, ora giunta al voto in un ramo del Parlamento. L’obiettivo è quello di tutelare i paesaggi, ridurre gradualmente la cementificazione indiscriminata e arrivare entro il 2050 al “consumo zero” di suolo fertile. Ma il provvedimento ha avuto un percorso molto faticoso e ha messo in allarme l’Anci perché, secondo i Comuni, imponeva vincoli troppo rigidi all’edificazione. Così, a furia di emendamenti e deroghe, il testo originario è cambiato parecchio. Per le opposizioni e gli ambientalisti più intransigenti — continua la Repubblica — è stato “stravolto e svuotato” e trasformato in una “legge al ribasso, utile solo ai palazzinari”, come denuncia Massimo De Rosa, deputato M5S. Per la maggioranza, invece, si tratta di un provvedimento realistico, frutto di un buon compromesso, anche se migliorabile.
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