Il taglio delle imposte sulla casa compensato da una ridda di aumenti

La pressione fiscale è in discesa, ma attenti a parlare di tregua fiscale. Il taglio delle imposte sulla casa, infatti, porterà sì a un sollievo di circa 350 euro per 15 milioni di italiani, ma potrebbe essere compensato da una ridda di aumenti su spese sanitarie, addizionali, tariffe e dazi e gabelle varie. Fra questi anche una “tassa sull’ascensore” che attribuirebbe ai soggetti verificatori la facoltà di prescrivere una serie di costosi interventi a carico dei proprietari di casa, con il risultato di annullare in un colpo solo gli effetti dell’abolizione della Tasi sull’abitazione principale. A partire dalla spada di Damocle (fiscale) che già pende sul nostro capo: la famosa clausola di salvaguardia della Legge di Stabilità 2015, che prevede di aumentare sensibilmente l’Iva già a partire da luglio nel caso in cui i conti pubblici siano meno brillanti delle attese. Come è appunto accaduto, scrive Il Tempo. Per «sterilizzare» la clausola, spiega la Cgia di Mestre, «il governo Renzi dovrà trovare 15,1 miliardi di euro, altrimenti dal 2017 subiremo un forte incremento dell’Iva», che porterà l’aliquota dal 22 al 24% in uno colpo solo. Sulla sanità, invece, gli aumenti ci sono già stati. Nonostante l’importo dei ticket sia cresciuto negli ultimi cinque anni del 26 per cento, da gennaio per ben 203 prestazioni mediche non sarà più consentita la gratuità della cura se non dietro prescrizione medica. Rimane inoltre la tassa sulle targhe, 60 milioni, che quanti comprano un nuovo veicolo dovranno versare alle Città metropolitane. Ci sono poi le addizionali Irpef, i cui aumenti sono stati già stabiliti lo scorso anno da Comuni e Regioni, soprattutto da quelle che presentano un buco nei conti del sistema sanitario. «Per l’anno venturo – ricorda il coordinatore dell’Ufficio studi Cgia Paolo Zabeo – con la Legge di Stabilità 2016 il governo ha deciso di bloccare gli eventuali aumenti delle imposte locali solo per le regioni che non si trovano in deficit sanitario. Considerato che sono otto quelle sottoposte ad un piano di rientro dal disavanzo per la spesa sanitaria, per molti contribuenti vi è comunque il pericolo di subire un ulteriore aumento del prelievo, visto che per il 2016 il fabbisogno sanitario nazionale è stato rideterminato con un risparmio di spesa di quasi 1,8 miliardi». In totale — conclude Il Tempo — tra addizionali comunali e regionali, gli italiani pagheranno nel 2016 il 52% in più di quanto pagavano nel 2010. Particolarmente colpiti soprattutto i lavoratori autonomi.

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