Roma ha il primato delle tasse locali più alte

  • Il federalismo fiscale è sparito dall’agenda politica del Paese, ma i suoi nefasti effetti sulle tasche dei cittadini non sono spariti. Anzi, secondo il rapporto sulla tassazione locale della Uil — scrive Il Tempo — le imposte e le tasse locali (regionali e comunali), pagate dai contribuenti, tra il 2013 e il 2015, sono aumentate di 7 miliardi di euro (il 16,7% in più), mentre, se si fa il paragone tra il 2014 e il 2015, l’aumento è stato, si fa per dire, di soli 2,5 miliardi (il 5,5% in più). In valori assoluti tra addizionali regionali e comunali Irpef, Imu, Tasi, Tariffa Rifiuti, nello scorso anno l’introito per le casse di Regioni e Comuni è ammontato a oltre 49 miliardi di euro a fronte dei 42 miliardi di euro pagati nel 2013, passando per i 46,5 miliardi di euro pagati nel 2014. Si tratta del periodo nel quale, al governo centrale, erano saldamente al comando i rappresentanti del centrosinistra: Enrico Letta e Matteo Renzi.

Quanto al dato relativo relativo alle singole città la Capitale si conferma quella dove le tasse locali sono le più alte. A Roma, infatti, tra Imu, Tasi, Irpef regionale e comunale e Tari, l’esborso medio nel 2015 è stato di 2.726 euro pro capite; a Napoli di 2.576 euro; a Torino di 2.458 euro; a Milano di 2.422 euro; a Benevento di 2.307 euro; a Bologna di 2.279 euro; a Genova di 2.209 euro; a Salerno di 2.130 euro; a Grosseto di 2.106 euro; ad Avellino di 2.077 euro. Nello specifico per l’Imu-Tasi sugli immobili diversi dalla prima casa, nel 2015, il gettito è stato di 19,8 miliardi di euro; per la Tasi sulla prima casa 3,7 miliardi. Con le addizionali regionali Irpef sono stati versati 12,8 miliardi e 4,5 per l’Irpef comunale. Infine dalla Tassa Rifiuti sono arrivati 8,2 miliardi. Un pacchetto fiscale che ha fatto sì che nel 2015 la famiglia campione, abbia pagato in media 1.969 euro di tasse locali, con un aumento di 308 euro tra il 2013 e il 2015 e di 83 euro tra il 2014 e il 2015.

 

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