Tutte le trappole della tassa Tv

Per prima cosa le scadenze: quanti sanno che c’è soltanto un mese di tempo per avvisare il Fisco che non si è tenuti a pagare il canone Rai? È il primo dei trucchetti — rivela il Giornale — infilati nel nuovo sistema di riscossione della tassa Rai, affidata all’Agenzia delle Entrate. Il modello da sottoscrivere (complicato già nel nome: «Dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonamento alla televisione per uso privato»), se si è in possesso dei requisiti per essere esentati dal canone Rai, va infatti spedito entro il 30 aprile per posta raccomandata (dopo soltanto via internet, ma solo fino al 10 maggio). Chi sgarra si vedrà addebitati nella bolletta di luglio sei mesi di canone Rai, anche se in casa non ha la tv. Domanda: in quel caso non si può fare ricorso per la tassa ingiustamente pagata? No, ed ecco un’altra trappola. Come segnala il sito di consulenza legale La legge per tutti, chi sbaglia paga e basta. «La legge dice che l’autocertificazione è il solo e unico modo per superare la presunzione di detenzione della tv – scrive l’avvocato Angelo Greco – Questo significa che, in caso di mancato invio della dichiarazione, non c’è altra possibilità di dimostrare il contrario, ad esempio impugnando davanti al giudice un eventuale accertamento fiscale. Tutto il contrario di quanto invece avviene con qualsiasi altro atto impositivo del fisco, che invece consente sempre la tutela giudiziaria. Con il canone Rai, invece, il ricorso al giudice è del tutto precluso», al punto da sospettare d’incostituzionalità la legge sulla tassa Rai, per violazione del diritto alla difesa giudiziale.

Altra trappola — avverte il Giornale — a cui stare attenti: due componenti dello stesso nucleo familiare, se hanno intestate due utenze elettriche (esempio: marito e moglie vivono insieme ma sono proprietari di due diversi immobili con due diversi contratti di fornitura elettrica), rischiano di pagare due canoni Rai, a meno di non fare – in tempo – la solita autocertificazione al Fisco. E devono farlo – terza trappola – ogni anno. Non vale più infatti la vecchia autocertificazione, che veniva spedita alla Rai una volta per tutte per non avere più noie. Con la nuova norma, invece, bisogna ricordarsi ogni anno di disdire la tassa Rai, se non la si deve pagare. Un’altra scadenza fiscale che si aggiunge alle altre dozzine da tenere a mente per non incappare in Equitalia.

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