Le banche entrano nella filiera del mattone? Battaglia al Senato

Che cosa succede tra agenti immobiliari e banche? Nelle stanze del Senato si sta giocando una partita delicatissima — rivela il sito Formiche.net — tra il mondo dell’intermediazione immobiliare, ovvero chi si occupa di vendere mattone, e le banche, che l’acquisto degli immobili di solito lo finanziano, concedendo mutui. Tutto ruota intorno a una norma inserita dal governo, con il placet di buona parte del Pd, nel ddl Concorrenza ormai prossimo all’approdo in Aula dopo l’ok della commissione Industria, dopo Pasqua. Di che si tratta?

La norma in questione prevede per gli istituti di credito la possibilità di acquisire partecipazioni in società di intermediazione immobiliare ma anche di ingegneria, queste ultime tradizionalmente appartenenti al mondo cooperativo. Per le banche si aprirebbe così un mercato, quello del mattone, che da solo vale tra il 15 e il 20% del Pil. Se la norma, che ha già superato lo scoglio della commissione, non subisse modifiche in Aula, gli istituti potrebbero dotarsi quindi di proprie società di ingegneria, senza l’obbligo di iscrizione all’Albo, con cui gestire in autonomia tutta la filiera del mattone. E dunque costruire, vendere e ristrutturare case, diventando così veri e propri agenti immobiliari. Con la possibilità, infine, di abbinare alla vendita della casa un mutuo.

La Fiaip, la federazione italiana degli agenti immobiliari, sulla commistione banche-intermediazione immobiliare ha intrapreso da tempo una battaglia con le autorità vigilanti, per impedire l’ingresso delle banche nel mercato dell’intermediazione. L’occasione è stata la costituzione di due società ad hoc da parte di Unicredit e Intesa, ovvero Subito Casa e Intesa SanPaolo. Lo scorso agosto Fiaip si è rivolta alla Vigilanza della Banca d’Italia per chiedere un intervento di salvaguardia dell’attività di intermediazione immobiliare, ma anche di tutela dei consumatori. Come emerge dai documenti Fiaip, infatti, la costituzione di una società immobiliare in seno alla banca, oltre che ledere gli interessi degli agenti, avrebbe rappresentato uno strumento di indebita pressione verso i clienti in sofferenza, ovvero in difficoltà nella restituzione dei prestiti, e al contempo necessitati a vendere una casa per ripianare il debito.

Sulla questione delle due società nate in seno a Unicredit e Intesa, la federazione aveva peraltro inviato già a marzo un primo esposto, di cui però non aveva ricevuto riscontro. “Per questo ho inviato un secondo esposto, ai primi di agosto,senza ottenere ancora alcuna risposta. In questi mesi non ci hanno mai risposto, nonostante l’invio di ben due esposti”, ha spiegato a Formiche.net Paolo Righi, presidente di Fiaip, che ricorda come la battaglia si sia poi spostata sul campo del ddl Concorrenza, con alcune istanze inoltrate  nel 2015 all’Antitrust di Giovanni Pitruzzella.

La norma del ddl che aprirebbe definitivamente alla banche il mondo dell’intermediazione, è comunque stata difesa in queste settimane sia dal governo. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Formiche.net, per l’esecutivo non ci sarebbe nessun problema di conflitto di interessi, anzi, semmai una spinta alla concorrenza, visto che, con la possibilità per le banche di vendere case, gli intermediari immobiliari potrebbero notevolmente migliorare la propria offerta. Ma la battaglia in Senato è in corso. Contro la norma si è già schierato apertamente il relatore di maggioranza Luigi Marino, che ha bollato il tutto come una “forzatura”. A opporsi anche Forza Italia, che per bocca del senatore Andrea Mandelli, ha annunciato battaglia in Aula.

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