La gestione fallimentare dell’Ater di Roma: morosa la metà dei 50 mila inquilini

La metà degli oltre cinquanta mila inquilini dell’Ater  non paga regolarmente l’affitto. E’ morosa anche da anni. Non pagano neppure i bassi canoni d’affitto e in molte circostanza neppure la parte relativa agli ascensori e al riscaldamento. Sono 5.378 quelli che occupano immobili dell’azienda senza averne diritto. Una situazione catastrofica emersa nell’ultimo bilancio di previsione 2016 presentato dal direttore generale architetto Claudio Rossi. Le morosità accumulate nel corso degli ultimi 10 anni assommerebbero a circa 500 milioni di euro nonostante la gestione di due commissari straordinari, di cui l’attuale in carica Giovanni Tamburino è un magistrato.

L’Ater è un ente ibrido che per le assegnazione dei 48.551 alloggi, i 3.169 locali, le 29.574 cantine, i 19.339 porticati deve, per legge, sottostare alle decisioni del Campidoglio in cambio di alcuni servizi mentre il controllo spetta alla Regione Lazio. Per queste case popolari, contrariamente ad una corretta politica sociale, paga come tutti i privati cittadini Imu, Ires e Irap. Dagli ex Iacp ha ereditato una enorme area di edilizia residenziale urbana che raggiunge una superficie di circa 7,5 milioni di metri quadri distribuite in quartieri storici come Flaminio, San Saba, Trionfale e periferie come San Basilio, Primavalle, Torrevecchia. L’attuale commissario ha messo in azione progetti di rientro della morosità, ha contratto accordi con il Campidoglio, con Equitalia per pagare i debiti pregressi (2, 5 milioni al mese per una ventina di anni oltre le quote annuali), messo in vendita 300 alloggi, 7 locali commerciali e 3 terreni. Gli incassi dai locatari non coprono assolutamente le spese tra le quali ci sono quelli della manutenzione ordinaria e straordinaria mentre dalle vendite, anche sulla base delle leggi vigenti, non si ricavano da appartamenti di circa 80 metri quadri più 40, 50, 60 mila euro.

Molte critiche al bilancio di previsione sono state espresse dalle categorie che rappresentano gli inquilini, secondo le quali permangono appartamenti affittati a canoni sociali di 7,10 euro al mese. Secondo alcune analisi l’Ater avrebbe accumulato un debito complessivo di un miliardo circa. Una gestione fallimentare che dovrebbe essere riesaminata dalla base.

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