Cade banalmente in casa e muore in ospedale: indaga la Procura

Una caduta in casa, due giorni di agonia all’ospedale, poi l’improvvisa morte. Graziella Biasini, 81 anni compiuti a gennaio, di Ferrara, non ce l’ha fatta e la sua scomparsa rimane un mistero. Tanto da portare la famiglia (attraverso l’avvocato Denis Lovison) a depositare alcuni giorni fa un esposto in Procura per chiedere che cosa è avvenuto in quel lasso di tempo del ricovero all’ospedale di Cona.

Tutto comincia il 29 maggio alle 11 — scrive il Resto del Carlino — quando la donna scivola accidentalmente in casa, finisce sul pavimento davanti allo sguardo atterrito dei due figli. Parte la chiamata al 118 e il successivo trasporto d’urgenza al Sant’Anna dove la prima radiografia parlerà di fratture al femore sinistro, a due costole e di trauma cranico con ferite sulla fronte. Passano le ore, per i medici la signora – già affetta da diabete, ipertensione, insufficienza renale e trasferita nel pomeriggio dal reparto di ortopedia a quello di medicina d’urgenza per l’esaurimento dei posti letto – deve essere sottoposta ad un intervento e in serata le vengono somministrate due iniezioni per fermare il sanguinamento dell’arcata sopraciliare. La notte trascorre nel dolore, alle 6 del 30 la pensionata contatta i figli per comunicargli di essere stata molto male e che – sempre secondo quanto viene esposto nell’atto – nonostante avesse «ripetutamente richiesto l’assistenza del personale sanitario, nessuno le aveva prestato le cure». Un’ora più tardi un’infermiera amica di famiglia, arrivata al Sant’Anna per fare visita alla Biasini, racconta di averla trovata in terapia endovenosa con flebo con farmaci analgesici. A pranzo questa volta è la figlia a passare dalla madre la quale, sveglia e sofferente, «lamentava forti dolori addominali, inappetenza e bruciore alle gambe». Le sue condizioni, ora dopo ora, non migliorano. Alle 6.45 del 31, a casa Biasini arriva una telefonata: è l’ospedale, l’81enne è improvvisamente morta. Le cause, saranno le prime spiegazioni date alla famiglia, «erano ignote». Quello stesso giorno — continua il Carlino — viene contattata l’Amsefc per organizzare il funerale, fissato per venerdì 3 giugno. Ma tutto viene presto bloccato. Il primo giugno le onoranze funebri vengono contattate dall’ospedale: niente funerale perché la medicina legale del Sant’Anna vuole effettuare ulteriori accertamenti sulla salma. Che cosa è successo in quei due giorni?Toccherà alla Procura, dove esiste già un fascicolo, dare una risposta.

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