Il nuovo Colosseo merito dell’abilità dei restauratori

L’anfiteatro Flavio, anzi il Colosseo, casa di tutti i romani, è tornato a risplendere con un’operazione di restauro durata 3 anni e finanziata con 25 milioni dal gruppo Tod’s dei fratelli Della Valle. Il restauro esterno ha riguardato circa 13 mila metri quadrati di superficie, realizzato per il 10 per cento dalla tecnica e per il resto dalla tradizionale manualità e precisione dei 70 tra operai, ponteggiatori e restauratori che hanno lavorato per 700 giorni effettivi, da mattina a sera e a volte anche di sabato. Si tratta di un’operazione di grande rilievo per far risorgere il monumento seppellito dallo sporco provocato dallo smog. Sono stati utilizzati materiali semplici come acqua nebulizzanta, spazzole di saggina, fibre di basalto per il consolidamento. Secondo l’architetto Alex Amirfeix, presidente della nuova società, che ha sostituito la precedente Gherardi in ritardo con i lavori, per il Colosseo è stata utilizzata soprattutto l’abilità dei restauratori. Una novità nell’epoca della tecnologia. Con l’azione alternata della nebbia d’acqua e della spazzolatura si sono asportati i depositi di sporco, salvaguardando la patina del tempo. La fase successiva è stata il consolidamento delle scaglie di travertino e la stuccatura di cavità e lesioni. Secondo le previsioni non sarà necessario un altro restauro prima di 50-70 anni. Prossima tappa il restauro delle strutture sotterranee (dove c’erano i magazzini e gli animali) e la costruzione con un finanziamento di 18 milioni del palcoscenico in legno.

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