Mutui: è l’ora del tasso misto

Dopo un lungo periodo in cui i mutui a tasso fisso (grazie alle percentuali di interesse ai minimi storici ) hanno rappresentato la prima scelta per chi ha acquistato casa tramite finanziamenti, ora il vento potrebbe cambiare. Il 2017 – complice uno scenario mutevole – potrebbe vedere il ritorno sulla scena di quello variabile e, fatto inedito, di quello misto. Il fisso rimane ancora la strada maestra per chi sottoscrive contratti di lunga durata — spiega Quotidiano.net — ma per alcune tipologie di mutui si fanno strada anche altre opzioni. «Il tasso misto non ha mai avuto una vera e propria età dell’oro, ma in questa fase per un nuovo mutuatario che vuole indebitarsi per un breve arco di tempo (diciamo 10-15 anni) può essere una scelta intelligente anche perché nei prossimi cinque anni la crescita dell’Euribor sarà modesta», spiega Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it, illustrando che, così facendo, nel giro di un periodo contenuto si ripaga una quota consistente del capitale e la quota di interessi decresce. L’Euribor, col segno meno dal 2015, è ancora oggi in lieve calo. «Con ottima probabilità esso resterà negativo per tutto l’anno in corso e l’inizio del prossimo, ipotesi che diventa ancora più realistica  nel caso in cui il Quantitative Easing della Bce verrà rinnovato», commenta Ivano Cresto, responsabile della Business Unit Mutui di Facile.it e Mutui.it. Perché allora non puntare direttamente sul variabile? I mutui a tasso misto hanno una componente fissa e una variabile, e una o più  scadenze (due, cinque o dieci anni) al termine delle quali è possibile rinegoziare il tasso: un sistema che permette di rivalutare e, al bisogno, correggere le proprie scelte iniziali a fronte di condizioni iniziali più onerose. Ecco perché, secondo Francesca Tedeschi di OF-Osservatorio Finanziario, il tasso misto è una buona opzione per chi è attento alle dinamiche dei mutui ed è disposto a tornare periodicamente in banca per ridiscuterne le condizioni.

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