Canone Rai: l’esenzione spetta a chi non supera gli 8mila euro

In zona Cesarini, un solo giorno prima delle elezioni, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 3 marzo il Dm dell’Economia del 16 febbraio che cambia le regole dell’esonero dal canone tv per gli utenti anziani. L’esonero, riservato ai detentori di apparecchi tv che abbiano compiuto 75 anni — scrive Il Sole 24 Ore — spetta a chi non supera gli 8mila euro di reddito annuo (compreso quello del coniuge convivente) per il 2017. Non si contano i redditi esenti da Irpef e soggetti a tassazione separata. Il limite in vigore sino al 2017 era di 6.713 euro. Il provvedimento non è contenuto in una legge ma in un decreto. Questo perché la legge 208/2015 stabilisce le «eventuali maggio entrate versate a titolo di canone Rai» rispetto a quanto iscritto nel bilancio di previsione dello Stato 2016 sono riversate all’Erario per una quota del 33% per il 2016 e del 50% per il 2017 e 2018 proprio per essere destinate, tra l’altro, all’innalzamento a 8mila euro del tetto di reddito per ottenere l’esenzione dal canone Rai per gli ultra 75enni. E dato che per il 2017 sono stati incassati in più (sulle previsioni) 193 milioni euro, ben 96mila sono stati destinati a vari scopi e, di questi 20,9 milioni, in particolare, a coprire il minore gettito derivante dall’innalzamento del tetto di reddito. Sono infatti circa 350mila (erano 115mila) gli anziani esentati in base alla nuova soglia di reddito. E il Mef ha calcolato che il costo totale del mancato versamento di 90 euro produrrà minor gettito, appunto, per 20,9 milioni di euro. Le altre risorse rese disponibili dall’extra gettito 2017 del canone Rai (75,4 milioni) saranno oggetto di ulteriori decreti (dovrebbero servire a finanziare il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e il Fondo per la riduzione della pressione fiscale).

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