La casa del futuro? «condivisa»

Sono un gruppo di design, si trovano nel Meatpacking District di Copenhagen, hanno tutti tra i 20 e i 30 anni e stanno progettando un nuovo modo di vivere. Il laboratorio — scrive il Corriere.it — è di proprietà di Ikea e si chiama Space10. Qui il gigante svedese dell’arredamento testa i suoi prototipi che creare un’abitazione che sia migliore di quelle attuali e più sostenibile — ad esempio la creazione di giardini interni per i condomini — così come nuovi modi di mangiare, quindi insetti e alghe al posto della carne. In particolare, racconta il Financial Times, si stanno concentrando sulla «fabbricazione condivisa», dove architetti e designer mettono a confronto le proprie idee e i propri progetti. In poche parole, «creare nuove concezioni e soluzioni che sono futureproof, a prova di futuro», come spiega il direttore creativo (28enne) Kaave Pour. Uno dei punti nevralgici di questa nuova filosofia in sperimentazione è la co-abitazione. Ovvero l’idea di condividere le proprie stanze con persone che non sono nostri familiari né nostri amici. In una prospettiva futura dove si è molto più connessi (nel mondo digitale) ma molto più soli. Per questo la tendenza — già oggi in alcune città come New York, Londra, New Delhi e Shanghai — tra i giovani (i cosiddetti Millennial) è quella di risparmiare soldi e condividere lo spazio. Esistono già delle società che hanno puntato sulla co-abitazione. Come The Collective, Common e WeLive. Ma, al contrario della stessa dinamica di restringere lo spazio per diminuire le spese — continua il Corriere.it — queste soluzioni non sono per niente economiche. Anche se nella parcella mensile sono incluse bollette, pulizie e lavanderia. La camera da letto è privata, la cucina è condivisa. Così come lo sono altri spazi ricreativi, dal cinema al bar alla palestra.

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