roma, ex assessore condannato per affittopoli
Dall’equo canone alla pigione libera, andando veloci sullo scivolo di una concessione pubblico-privato mai fatta rispettare, se non lasciata libera di lasciare nelle casse comunali i pochi euro di affitto mensile per una casa con vista su Fontana di Trevi o al Colosseo. La parabola del patrimonio immobiliare del Campidoglio — scrive il Corriere.it — arrivata al punto di triste notorietà col titolo di Affittopoli, trova un punto fermo nella sentenza della Corte dei Conti che condanna l’assessore dell’ex Giunta Alemanno, Alfredo Antoniozzi (80mila euro), e la “Romeo gestioni” (un milione) per danno erariale. Un punto di partenza per ricostruire una vicenda più complessa. Ne hanno beneficiato privati e associazioni, partiti e locali di ristorazione chiamati a risponderne separatamente per la quota di loro competenza. Parliamo di circa 836 immobili ad uso abitativo e commerciale sui 27.666 dati in locazione. Le indagini del pm Ugo Montella hanno preso a campione i 574 situati nel centro storico , riscontrando che per 230 di questi invece di un regolare contratto di locazione sussisteva una indennità di occupazione che nei 10 anni esaminati (2006-2016) si è tradotta in una mancata valorizzazione che oscilla tra 1,1 e 18,5 milioni di euro. Di fatto, gli amministratori pubblici «si sono disinteressati della gestione del patrimonio», lasciato tra contratti non stipulati e canoni di affitto non determinati «in uno stato di sostanziale, generale e diffusa occupazione abusiva». Per altri 72 immobili non sono mai state avviate le pratiche di recupero delle morosità pari a tre milioni di euro.
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