partita la caccia all’ultima cedolare secca per gli affitti di locali commerciali

Non prevista nel dl fiscale e saltata ogni possibilità di vederla all’interno della legge di bilancio, la «proroga» al 2020 della possibilità di applicare la tassa piatta (c.d. cedolare secca) anche alle locazioni di immobili commerciali è ormai svanita e restano dunque poco meno di 20 giorni ai proprietari di C/1 per finalizzare gli ultimi contratti e portare a casa gli indubbi vantaggi dell’imposta flat. Dalla mezzanotte del prossimo 31 dicembre infatti — scrive Italia Oggi — si torna al passato: per i redditi prodotti da dall’affitto di locali commerciali non vi sarà alternativa alcuna alla più onerosa Irpef ordinaria gravata anche dell’imposta di registro e imposte di bollo (azzerate invece in caso di applicazione della cedolare). La disposizione, introdotta con la Legge di bilancio 2019, è stata di fatto concepita per durare solo un anno. Secondo quanto indicato nel comma 59 dell’art. 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 infatti, l’ampliamento dell’utilizzo della cedolare secca anche per le locazioni di immobili commerciali (C/1 entro i 600mq) era vincolato alla sottoscrizione di nuovi contratti nel 2019. Inoltre al fine di evitare artificiose e massive risoluzioni di contratti in essere con contestuale poi «nuove» sottoscrizioni di altro contratto tra le stesse parti e per lo stesso bene immobile nel 2019, la norma prevedeva l’impossibilità di applicazione della flat tax sugli affitti in qualora al 15 ottobre 2018 risultasse già in essere un contratto non scaduto, tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile, interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza naturale.

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