Blocco degli sfratti, proroga fino a giugno: inquilini e proprietari chiedono aiuto alla politica

A Torino il Comune ha appena firmato un protocollo d’intesa per favorire soluzioni concordate tra inquilini e proprietari in caso di sfratto per morosità. Ed è stato rafforzato di 400mila euro il fondo «salvasfratti» cui poter attingere per poter aiutare, da una parte l’inquilino in difficoltà, dall’altra il proprietario che accetta di rinunciare allo sfratto. Al fondo — scrive il Corriere.it — è stata aggiunta la «clausola Covid» per chi, causa pandemia, ha subito riduzioni di reddito. Questo è solo uno degli interventi decisi a livello locale per cercare di arginare la «diga» che si aprirà il primo luglio prossimo, quando cioè terminerà il blocco degli sfratti e migliaia di richieste diventeranno esecutive. Basti pensare che solo nei primi 9 mesi del 2020 le convalide di sfratto sono state circa 38 mila, che si aggiungono alle oltre 48 mila del 2019 (di queste circa 26mila sono diventate esecutive) e che solo nel 2019 sono state richieste 100 mila esecuzioni. Quella del 30 giugno 2021 è la data contenuta nel decreto Milleproroghe (ora fermo alla Camera, all’esame congiunto delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali) fino alla quale verrebbe allungata di altri 6 mesi la «sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti giudiziali di rilascio di beni immobili», sia abitazioni sia locali commerciali, «per mancato pagamento del canone alle scadenze»: un blocco deciso dal governo il marzo scorso per fare fronte alla emergenza pandemica e che via via è stato prorogato. In tutto, quasi un anno e mezzo di inquilini non in grado di onorare il proprio debito e di proprietari, molto spesso a loro volta in crisi, per i quali il proprio immobile è rimasto l’unica fonte di reddito. «Una bomba sociale» la definiscono i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat e Unione degli inquilini. Ma anche le associazioni dei proprietari temono «una guerra tra proprietari e inquilini che rischia di trasformarsi in un danno per l’economia». Ecco quindi — continua il Corriere.it — che da entrambe le parti si chiede aiuto alla politica per trovare soluzioni che sostengano chi è in difficoltà. E poco importa che in legge di Bilancio sia stato potenziato il fondo per la morosità incolpevole e sia stato previsto un incentivo per chi abbassa il canone (ma solo nelle grandi città): troppo poco per far fronte a quella che sta diventando una vera emergenza che comincia a preoccupare anche sindaci e presidenti di Regione che ogni giorno ricevono richieste di aiuto.

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