effetto coronavirus: stop del governo alle assemblee di condominio
Inutile girare intorno alla questione: tranne rarissimi casi, e sempre dietro responsabilità dell’amministratore, le assemblee di condominio sono bloccate su tutto il territorio italiano. Il Dpcm firmato il 4 marzo dal presidente del Consiglio dei Ministri e dal ministro della Salute — scrive Il Sole 24 Ore — parla chiaro; tra le molte misure restrittive una riguarda, all’articolo 1, lettera b), anche le assemblee di condominio: «Sono sospese le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all’allegato 1, lettera d)» e la disposizione richiamata recita: «mantenere in ogni contatto sociale una distanza interpersonale di almeno un metro». È quindi evidente che un’assemblea di condominio rientra in quest’ambito e che assicurare le distanze necessarie vuol dire che intorno a ogni sedia occorre una “cintura sanitaria di almeno un metro, quindi uno spazio minimo di 1,5 metri quadrati per condomino (uno spazio di ½ metro quadrato per la sedia e intorno una distanza di 1 metro da ciascun lato). Per fare un esempio: in una delle sale normalmente usate per le assemblee molto grandi, di circa 100 metri quadrati, ci possono stare circa 30 persone. In una sala di 50 metri quadrati, meno della metà.
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