Il condominio paga le spese per la mediazione a cui non ha voluto partecipare

 Il Tribunale di Milano, sentenza 7478/2016 del 21 luglio 2016, ha stabilito che il condominio, nel caso in cui non rispetti l’invito alla mediazione esperita dalla controparte in materia non obbligatoria, va condannato al pagamento del maggior danno ex artt. 1218 e 1224 c.c.: nonostante la procedura fosse facoltativa, va reputata opportuna poichè avrebbe consentito ad entrambe le parti di evitare tempi e costi del giudizio poi attivatosi a causa della mancata collaborazione. Una società di fornitura e installazione di apparecchiature per il riscaldamento aveva convenuto in giudizio il condominio per ottenere il pagamento di forniture. Nonostante la promozione di una procedura di mediazione…

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La realizzazione di un patio in muratura senza autorizzazione determina l’abuso edilizio

Secondo la  Corte di Cassazione penale con la sentenza n.35858 del 31 agosto 2016 la costruzione di un patio in muratura con copertura di legno e tegole determina  abuso edilizio. Tizio proponeva ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello di Roma, di conferma della sentenza del Tribunale di Roma, di condanna per il reato di cui all’art. 44 lett. b) del d.P.R. n. 380 del 2001 per avere abusivamente realizzato nel giardino un patio in muratura. In particolare, secondo il ricorrente, la Corte d’Appello aveva disatteso le proprie censure volte ad asserire che…

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Le spese straordinarie condominiali si prescrivono in dieci anni

Con  sentenza numero 18826 del 2015 la quinta sezione civile del Tribunale di Roma ha stabilito che il termine prescrizionale per le spese straordinarie è pari a dieci anni. Di norma  le spese condominiali fisse si prescrivono in cinque anni. Diverso discorso vale, invece, per le spese relative ai lavori di straordinaria manutenzione, per le quali il termine prescrizionale si amplia e coincide con quello ordinario decennale. Per il Tribunale di Roma  il termine breve ha senso solo con riferimento a spese periodiche, che si rinnovano annualmente.  

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Senza ratifica dell’assemblea il ricorso del condominio è inammissibile

Secondo la Corte di Cassazione, sez. II Civile, ordinanza interlocutoria n. 11566/16, depositata il 6 giugno, l’amministratore di condominio convenuto nei giudizi relativi alle parti comuni è tenuto a dare immediata notizia all’assemblea della citazione che esorbiti dai suoi poteri: quindi potrà costituirsi in giudizio e impugnare la sentenza sfavorevole senza la preventiva autorizzazione dell’assemblea, ma dovrà poi ottenere la ratifica del suo operato da parte della stessa assemblea per evitare la pronuncia di inammissibilità dell’atto di costituzione o della impugnazione.  

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Clausola di esclusione in atto di vendita di parte comune dell’edificio

Secondo la CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. II CIVILE , Pres. Piccialli – est. Manna, n.1680 la clausola, contenuta nel contratto di vendita di un appartamento sito in un edificio in condominio, con cui sia esclusa dal trasferimento la proprietà di alcune parti comuni dell’edificio stesso, deve ritenersi nulla, poiché con essa si intende attuare la rinuncia di un condomino alle dette parti comuni, vietata dal capoverso dell’art. 1118 c.c.. Trattavasi di esclusione di corridoio di accesso ad alcune unità immobiliari di un fabbricato condominiale. La Corte di legittimità ha ritenuto opportuno premettere…

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Una macchia di umidità non legittima il rimborso della spesa sostenuta “in urgenza”

La Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, sentenza n. 7457, ha stabilito che una macchia di umidità sul soffitto non autorizza il proprietario dell’appartamento a richiedere ai condomini il rimborso delle spese sostenute «in urgenza» per il rifacimento del lastrico solare, senza dunque la preventiva autorizzazione dell’assemblea. Manca infatti la prova che la spesa sia «indifferibile» in quanto se rinviata avrebbe arrecato «pregiudizio o pericolo» alla cosa comune (Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, sentenza n. 7457).  

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Il condominio paga il depuratore solo se è allacciato

La Corte di Cassazione, con la sentenza numero 7210/2016, stabilisce che non deve pagare la tariffa del servizio idrico il condominio che non sia allacciato alla rete fognaria pubblica. I giudici, in particolare, sottolineando che nel caso in analisi era ancora applicabile l’articolo 14, comma 1, della legge numero 34/1996 quale risultante dalla declaratoria d’illegittimità costituzionale effettuata con la sentenza numero 335/2008, hanno affermato che la debenza della tariffa di fognatura e depurazione non può considerarsi esclusa automaticamente solo perché i relativi impianti sono stati predisposti e sono attivi ma l’utente non fruisca dei servizi e provveda alle rispettive…

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Il servo-scala si può installare anche senza il consenso di tutti i condomini

Secondo la Cassazione civile, n. 3858 / 2016, il condomino disabile può installare l’impianto di servo-scala a sue spese, anche se gli altri condomini non sono d’accordo. In materia di barriere architettoniche, l’art. 2, comma 2, della Legge n. 13/1989 prevede una forma di autotutela che consente al portato di handicap di superare il rifiuto del Condominio e di installare a sua spese i c.d. impianti provvisori, del tipo servo-scala o altre strutture mobili, ovvero di modificare l’ampiezza delle porte d’accesso. Ai fini dell’installazione del dispositivo antibarriera è necessaria la…

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Rimborso delle spese anticipate: l’amministratore uscente può agire verso i singoli condomini

Secondo il Tribunale di Torino, sez. I civile, sentenza 29/01/2016 n° 544, nei rapporti tra amministratore ed ognuno dei condomini trova applicazione l’art. 1720 comma I c.c., in conformità del quale il mandante deve rimborsare al mandatario le anticipazioni fatte nell’esecuzione dell’incarico. Un società conveniva in giudizio un condominio, chiedendo la condanna al pagamento di un credito, dalla stessa maturato a titolo di anticipazione spese, durante i servizi di gestione dalla stessa svolte. Dalla documentazione prodotta emergeva che la società attrice aveva anticipato numerose spese per conto del condominio. La…

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L’ascensore esterno non può ledere la veduta del singolo condomino

Secondo la Cassazione Civile, sez. II, sentenza 10/03/2016 n° 4726, nell’uso della res communis non è possibile alterarne la destinazione, «sicché solo le modificazioni di questa, in quanto consentono il pari uso secondo il diritto di ciascuno, rientrano nella previsione legale, mentre è vietata ogni diversa attività innovatrice». La vicenda origina nel lontano 1994, allorché la condomina di un caseggiato ubicato a Cortina d’Ampezzo evocava in giudizio l’amministratore di condominio ed i singoli condomini a causa dei lavori di realizzazione di un impianto di ascensore esterno. Il volume della gabbia…

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