Roma nel gelo tra i rifiuti

La capitale è alle prese con il suo inverno peggiore, non solo in senso metaforico, per il degrado, i bus-flambé e i rifiuti che l’assediano. Al tempo stesso si scopre incapace di rispondere alle richieste di un popolo di ottomila disperati senza tetto, senza cibo, senza niente. Il Comune ci prova, ma i numeri sono più inclementi del maltempo, i letti disponibili un quarto di quanti ne servirebbero. E comunque non è detto che dormitori supplementari risolvano il problema. «Molti sono abitudinari, alla sofferenza fanno il callo e preferiscono restare all’addiaccio», ha detto al Corriere.it  un volontario in servizio alle Ferrovie laziali, in fondo a via Marsala, sulla sinistra del Sottopasso Turbigo dove, appunto, una ventina di «invisibili» dorme rintanata nei sacchi a pelo tra le colonne spartitraffico, al calduccio di uno smog pestilenziale. In questi giorni di freddo intenso, in numerose città italiane e anche nella Capitale, è comunque possibile unirsi alle iniziative di soccorso alle persone senza dimora, sia portando coperte, sacchi a pelo e accessori di lana nei centri di raccolta, sia partecipando di persona alle distribuzioni. E i rifiuti sono sempre lì: le scuole hanno riaperto e i mezzi dell’Ama stanno “liberando” i marciapiedi ma i cumuli di immondizia che sovrastano i cassonetti permangono.

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