Roma, fallisce il primo sgombero. La mappa dei centri sociali abusivi

Francesco Paolo Tronca era stato avvertito: non sarà facile liberare gli immobili comunali dai centri sociali di estrema sinistra, sia le occupazioni abusive che gli «irregolari» di Affittopoli. Quasi un centinaio di «compagni» degli occupanti di Auro e Marco — scrive Il Tempo — sono giunti da tutta Roma fino a Spinaceto per bloccare le operazioni delle forze dell’ordine. A febbraio, i movimenti per la casa avevano occupato il Dipartimento Patrimonio di Garbatella e manifestato sotto il Campidoglio. Pochi giorni dopo altro corteo: «Roma non svende», urlavano, affermando strumentalmente che l’operazione del commissario fosse il prologo per un’operazione di dismissione totale del patrimonio pubblico. Di certo, gli immobili di proprietà dei romani non possono rimanere in mano a finte associazioni che traggono profitto organizzando concerti, feste, vendendo alcolici e proponendo serate all’insegna delle canne libere. Associazioni che, tra l’altro, in gran parte non pagano l’affitto da anni e non hanno sottoscritto regolari contratti di concessione. Fra le 190 associazioni finite nella lista all’attenzione della Procura di Roma, infatti, ce ne sono almeno 14 inserite nella rete dei centri sociali capitolini che fanno riferimento all’ultrasinistra. Un ideale percorso che tocca tutti i punti della Capitale, un patto di mutuo soccorso denominato RomaAttiva: quando uno di questi centri è in difficoltà, arrivano militanti e occupanti da tutta la città per difenderlo. E molto spesso con le forze dell’ordine finisce anche a botte. Come detto, fra le associazioni che hanno ricevuto l’avviso di sfratto e recupero della morosità (per Auro e Marco c’erano 6 milioni di euro di arretrati), ben 14 sono in questa rete. Ecco la mappa pubblicata dal Tempo.

L’associazione più importante risulta essere Esc, che occupa un piccolo locale di via dei Volsci 159: questo centro sociale è il quartier generale di tutte le occupazioni di San Lorenzo, dal Cinema Palazzo a Communia; i movimenti hanno dichiarato guerra al Comune proprio quando Esc ha ricevuto l’avviso di sfratto per non aver mai pagato l’affitto e non aver sottoscritto alcun contratto di concessione. Altro punto nevralgico è l’Angelo Mai di via delle Terme di Caracalla: locale che incassa migliaia di euro a sera, molto frequentato, e dove si tengono anche concerti internazionali; nel 2014 l’Angelo Mai fu chiuso momentaneamente dopo l’arresto di alcuni dei suoi capi con l’accusa di estorsione e sfruttamento verso i migranti «ospitati» nell’edificio adiacente. Altro caso emblematico è quello dei centri Astra e Puzzle al Tufello: entrambi fanno riferimento allo stesso gruppo di militanti di estrema sinistra, ma i locali gli sono stati assegnati durante il periodo in cui sindaco era Gianni Alemanno; anche qui, centinaia di migliaia di euro di arretrati e dichiarazioni bellicose nei confronti del Comune. Storica è anche la vicenda del Villaggio Globale, nell’ex mattatoio di Testaccio, che resiste nonostante negli anni si sia visto rosicchiare spazio dall’avanzare della Città dell’Altra Economia: birreria e serate disco frequentatissime dagli studenti della vicina Università Roma Tre. Particolare, poi, è la vicenda del Casal Podere Rosa, un agriturismo biologico nel Parco di Aguzzano a San Basilio: l’associazione, vicina all’ex vicesindaco Luigi Nieri, è in perfetta regola con i pagamenti dell’indennità d’uso (scontata all’80%) ma anche qui l’assegnazione pare non sia mai stata trasformata in contratto di concessione. Altro caso particolare è quello de El Che’ntro sociale di Tor Bella Monaca, in largo Mengaroni: a differenza degli altri, qui non ci sono discoteche, live club, serate alcoliche, al massimo qualche cena sociale; la particolarità è che da qualche anno gli organizzatori del Che”ntro ospitano gratuitamente le riunioni dei gruppi locali del Movimento 5 Stelle.

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