I precedenti storici dei catasti di Roma

Non molti sanno che presso il ministero dei Beni culturali il progetto Imago2 ha permesso di effettuare la riproduzione di importanti serie archivistiche la cui buona conservazione era messa in pericolo dalle consultazioni e movimentazioni dei documenti e delle mappe. Presso l’Archivio di Stato sono stati digitalizzati  migliaia di documenti.

CATASTO ALESSANDRINO – Circa 400 mappe acquarellate furono raccolte dalla presidenza delle strade nel 1660-1661 al fine di ripartire equamente le contribuzioni tra i proprietari delle tenute adiacenti. Molte sono copie di originali più antichi e ricche di particolari sugli edifici situati lungo il percorso della strada, delle tenute e sulla vita della campagna romana. Si tratta di una delle serie più preziose dell’Archivio di Stato.

CATASTO URBANO DI ROMA – Gli architetti a cui fu appaltata la rilevazione nel 1818 utilizzarono la pianta del Nolli del 1748, suddividendola in isolati e componendola in fogli di mappa per rione. Fu la base dei registri descrittivi delle proprietà (brogliardi) e il catasto, espletati i ricorsi dei proprietari, entrò in vigore nel 1824. I “brogliardi” vennero aggiornati al 1871. L’insieme della documentazione fornisce un’immagine fedele ed estremamente approfondita dell’assetto urbano della Roma pre-unitaria.

CATASTO GREGORIANO – Si tratta del primo catasto particellare di tutto lo Stato Pontificio promosso da Papa Pio VII nel 1816 e da Papa Gregorio XVI nel 1835. La cartografia offre un’immagine completa dell’assetto territoriale e urbano delle province pontificie.

CATASTO RUSTICO –  Il catasto gregoriano rimase in uso fino al 1952 quando fu attivato il nuovo catasto dei terreni. Sono circa 10 mila figli di mappe e il passaggio allo Stato italiano e le varie vicende istituzionali comportarono numerose variazioni di circoscrizioni, con passaggi di parti di territorio da un Comune all’altro.

COLLEZIONE PERGAMENE – Contiene documenti in pergamena estratti dagli archivi delle Corporazioni religiose soppresse e degli ospedali e acquisti effettuati tra il 1884 e gli inizi del secolo.

PREZIOSI – E’ un gruppo di documenti provenienti da diversi fondi archivistici. Si tratta di materiale vario tra cui catasti di case, statuti e libri di anniversari di alcune confraternite.

RUBRICHE DEI NOTAI ROMANI – Per iniziativa di Papa Urbano VIII venne creato un archivio chiamato Urbano destinato a raccogliere copia degli atti rogati dai notai romani. La serie di rubriche alfabetiche degli atti sono state redatte a più riprese dal 1600 a dopo l’Unità d’Italia.

Nel corso del progetto Imago2 sono state effettuate 5 mila foto digitali a colori di mappe catastali e volumi preziosi, 25 mila scansioni a colori di mappe antiche e pergamene, 100 mila scansioni in toni di grigio di registri catastali e notarili. Dalla lettura della recezione nell’ordinamento pontificio della catastazione già realizzata dall’ex Regno d’Italia emergono molte curiosità. La Congregazione dei catasti stabilì innanzitutto l’adozione per l’intera operazione del sistema metrico decimale. La misura lineare adottata fu la canna censuaria corrispondente al metro, suddivisa in 10 palmi pari a 100 once o 1000 minuti. Per le superfici si adottarono il quadrato di 10 tavole (corrispondente all’ettaro e cioè 10.000m2), la tavola di 1000 canne quadrate (pari a 1000mq2) e la canna quadrata (1mq2). I lavori di rilevazione cartografica si conclusero nel 1821 ma la complessità delle operazioni di stima allungò i tempi per l’attivazione del catasto fino al 1835. Tutte le mappe erano in due esemplari.

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