Risarcimento danni nella sanità: la maglia nera agli errori chirurgici

“Nel 2014 si registra una lieve riduzione nel numero di sinistri per struttura, mentre si confermano in cima alla classifica quelli causati da errori chirurgici”. Questo è quanto emerge dalla settima edizione del Medmal Claims Italia, il report del gruppo Marsh che quest’anno ha analizzato le richieste di risarcimento danni dal 2004 al 2014, su un campione di 59 strutture della sanità pubblica, per un totale di circa 15.600 sinistri. Nel Rapporto — informa il sito Quotidiano Sanità — si evidenzia subito come “il valore (tra somme effettivamente liquidate e somme stanziate dalle assicurazioni) dei sinistri nella sanità pubblica in Italia sul campione analizzato da Marsh nel periodo 2004-2014 sia pari alla cifra  di 1,4 miliardi di euro”. Ma il Report evidenzia come, “se questa cifra è da capogiro, non è meno impegnativo il costo medio di 90.000 euro all’anno per sinistro, in aumento del 13% dall’inizio del periodo considerato”. Andando a considerare solo gli importi liquidati, il focus Marsh “registra un incremento continuo del costo medio per anno di chiusura dall’inizio del periodo considerato, ma fra questi i risarcimenti per errori da parto si confermano come i più elevati in assoluto in termini di importo liquidato medio, con un caso che ha toccato oltre 4 milioni di euro. Gli errori da parto costituiscono, infatti, quasi il 20% dei top claim, ovvero i sinistri in cui il costo di denuncia è uguale o superiore ai 500.000 euro. Il medesimo trend in aumento si riscontra nell’andamento degli importi riservati medi per anno di denuncia, che rilevano un aumento di circa il 20% dal 2013 al 2014”.

Per quanto riguarda la frequenza annua dei sinistri essa “è di 30 per ogni singola struttura nel 2014, in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente (35), una cifra che fa registrare un tasso di rischio di 7 sinistri ogni 100 medici, di 3 ogni 100 infermieri e di 1 ogni 1000 ricoveri, per valori assicurativi che superano i 6.000 euro per medico e si attestano sui 2.400 euro per infermiere”. La classifica degli errori “vede anche quest’anno gli errori chirurgici al primo posto (31,64%), seguiti da errori diagnostici (16%) e terapeutici (10%). Dopo le cadute accidentali all’8%, troviamo una prevalenza di infezioni (3,59%) ed errori da parto/cesareo (3,16%).

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