Il fisco può entrare in casa anche di chi non è imprenditore o professionista

Il fisco ben può entrare nell’abitazione per verificare se è di lusso e, in caso positivo, revocare l’agevolazione per la prima casa, secondo quanto scrive il quotidiano Italia Oggi. È vero: serve l’autorizzazione della Procura della Repubblica, che può essere concessa soltanto di fronte «a gravi indizi» di violazione della norma fiscale, per esempio perché cantina e soffitta sono diventate rispettivamente taverna e mansarda, e c’è il rischio che si sia sforato il tetto della superficie di 240 metri quadrati oltre il quale non si ha diritto al bonus. Il punto è che fino a oggi si credeva che l’accesso fosse possibile solo ai «locali» destinati all’esercizio di un’impresa o di una professione con partita Iva o a un immobile destinato a studio professionale e casa contemporaneamente. Ora invece la Cassazione spiega che «deve essere valorizzata l’intenzione del legislatore» di estendere il potere dell’amministrazione di entrare nell’immobile anche di chi imprenditore e professionista non è. È quanto emerge dalla sentenza 13145/16, pubblicata il 24 giugno dalla sezione tributaria, che puntualizza come, «a quanto consta», la Suprema Corte «si trova per la prima volta ad affrontare» questa «delicata questione».

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