Bolletta energetica: l’obiettivo è risparmiare il 10-15%

Tema centrale, in campo di valvole e contabilizzatori, riguarda la questione della ripartizione dei costi. Ciò accade soprattutto perché — scrive Il Sole 24 Ore — siamo in presenza di una legge che da una parte, con il decreto 102/2014, ha dato come riferimento univoco la norma Uni 10200 (attualmente nella versione 2015, in via di revisione); dall’altra, con il decreto correttivo 141/2016, ha introdotto una serie di “scappatoie” che, di fatto, annullano il principio di partenza. Una volta che, in un palazzo, vengono installate valvole e ripartitori, le spese – connesse al consumo di calore per il riscaldamento e il raffreddamento delle unità immobiliari e delle aree comuni, nonché per l’uso di acqua calda sanitaria – non sono più suddivise in base ai millesimi di proprietà, ma sono ripartite fra una quota volontaria (che dipende dal prelievo effettuato per singolo appartamento) e una quota involontaria (che deriva dalle perdite della rete di distribuzione e dalla copertura delle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto). È importante sottolineare che questo comporta un risparmio per tutti: chi mette in pratica in modo corretto la norma riesce ad abbattere i costi in media del 10-15 per cento. Sulla base della norma Uni 10200:2015, conclusa la stagione di riscaldamento, viene verificato grazie ai ripartitori o ai sottocontatori l’effettivo prelievo di ogni singola unità e viene definita la spesa appartamento per appartamento. La differenza, fra la somma dei singoli prelievi e il totale dei consumi realizzati nel palazzo — continua Il Sole 24 Ore — è a carico di tutte le proprietà. Questa va ripartita non sulla base dei millesimi di proprietà, ma dei millesimi di fabbisogno: questi ultimi vanno ricalcolati da un tecnico abilitato, che terrà conto, ad esempio, anche di disequilibri, che derivano dal passaggio di tubi con acqua calda all’interno delle unità. «A questo proposito – osserva l’ingegner Matteo Serraino, esperto di gestione energetica del gruppo Manital – è importante sottolineare che la termoregolazione e contabilizzazione di fatto equiparano l’impianto condominiale a quello autonomo. Ne deriva che gli appartamenti ad esempio dell’ultimo piano, che consumano di più perché il tetto disperde calore, pagheranno anche di più. Questo scarto non rientra fra quelli da riequilibrare. Sarebbe infatti così anche se gli alloggi fossero distaccati dal riscaldamento generale».

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