L’agenzia delle Entrate: riformare il catasto: Anderson: ma così saranno penalizzati i proprietari

Sul mattone grava una tassazione che raggiunge i 40 miliardi, alimentata per la gran parte, quasi per la metà, da Imu e Tasi. Da qui si parte per capire cosa c’é in ballo quando si parla di riformare il Catasto. La fotografia dell’Agenzia delle Entrate sul patrimonio immobiliare dell’Italia, 74 milioni di unità, parla chiaro, portando a galla una differenza pesante tra il valore di mercato delle abitazioni e quello catastale: il primo è quasi doppio rispetto al secondo (una dozzina di anni fa era addirittura più che triplo). “L’Agenzia delle Entrate sostiene che sulla casa grava una tassazione di 40 miliardi. In realtà — dichiara l’on. Massimo Anderson, presidente di FEDERPROPRIETA’ — fra balzelli vari, arriva a 50 miliardi. Ma, perdipiù, la riforma del Catasto, che comunque dovrà essere realizzata, comporterebbe una riclassificazione con un conseguente ulteriore aumento delle tasse nei confronti dei proprietari che si vedrebbero costretti a conteggiare non più il numero dei vani bensì i metri quadrati comprese le mura, e quindi a subire un aggravio dell’imposizione fiscale”. Tra l’altro – rileva il Presidente di FEDERPROPRIETA’ Massimo Anderson-“le rivalutazioni delle rendite catastali portano ad un ulteriore aumento del gettito delle c.d. imposte patrimoniali (Imu-Tasi) e non alle imposte di natura reddituale (Irpef e Ires). L’equità delle imposte si ottiene nel far pagare le imposte a chi ottiene dei guadagni e non a chi ha un patrimonio che con una tale tassazione viene ad essere intaccato. Dai dati forniti dall’AdE infatti risulta che le imposte di natura reddituale influiscono per il 21% sul totale contro il 49% di quelle patrimoniali. Il Governo, anziché opprimere con tasse e balzelli i proprietari di casa, intervenga seriamente per eliminare l’evasione fiscale (che si stima in circa 150 miliardi) con la quale si riuscirebbe a tagliare tutte le tasse che gravano sulla casa”.

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