ANACI: SI’ Alle riunioni ONLINE O A RISCHIO OLTRE 1,2 MILIONI DI CONDOMìNI
Assemblee on line o per i 40 milioni di italiani che abitano in 1 milione e 200mila condomini potrebbero profilarsi seri problemi. A richiedere una lettura estensiva del Cura Italia, tale da includere i condomini, è una lettera inviata al premier Giuseppe Conte e ai ministri interessati, dal presidente di Anaci, Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, Francesco Burrelli. “L’emergenza dovuta al Coronavirus porta ad ipotizzare che anche nell’immediato futuro non sia possibile procedere con la convocazione delle assemblee condominiali, sia per divieti normativi, sia per resistenze psicologiche dei condomini a partecipare a incontri con un elevato numero di persone. La gestione condominiale, con tutti i servizi conseguenti, potrebbe essere così pregiudicata” scrive ipotizzando il rischio che l’impossibilità di tenere assemblee per ottemperare alle norme di sicurezza anti-Covid si traducano in un mancato pagamento dei servizi essenziali di acqua, luce, gas, assicurazione, pulizie, rifiuti, manutenzione ascensore, autoclave, cancelli elettrici e altri impianti ancora che garantiscono la regolare vita negli stabili in condominio. L’amministratore infatti in assenza di una deliberazione, soprattutto in assenza di un rendiconto e di preventivo approvati in una assemblea, non potrà procedere alla riscossione delle somme, tantomeno forzosa. Non solo. Tra le richieste anche quella, limitatamente al 2020, di non porre l’amministratore, in una situazione di “inadempimento contrattuale” per non avere convocato l’assemblea e di autorizzarlo a richiedere, a titolo di preventivo per la gestione condominiale, un importo pari all’ultimo preventivo approvato, ripartito in rate. E in caso di mancato pagamento, sia autorizzato a procedere giudiziariamente .
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