561MILA EMILIANO-ROMAGNOLI ALLE PRESE CON UMIDITÀ E CREPE

Il 12,6% degli emiliano-romagnoli, 561.000 persone, vive in una casa con problemi strutturali o di umidita’. In tutta Italia il totale tocca quasi quota otto milioni di cittadini (13,2% della popolazione), con Calabria (22,4%), Sardegna (21,9%) e Lazio (20%) in testa. Piu’ sicure, invece, le abitazioni in Valle d’Aosta (6,7%), Molise (8,3%) e Lombardia (9,6%). A fotografare la situazione (basandosi su dati Istat) e’ Saie, il salone delle costruzioni organizzato da Senaf che si terra’ alla Fiera di Bologna dal 14 al 17 ottobre. Un’edizione della manifestazione che non potra’ prescindere dal cambiamento imposto dalla pandemia che ha portato al ripensamento di numerosi aspetti della vita quotidiana, compresa la casa, spesso trasformata in vero e proprio luogo di lavoro, i suoi spazi e le sue caratteristiche strutturali. “Progettazione e costruzione degli spazi domestici devono rispondere a esigenze diverse, basate su nuovi stili di vita ma anche sulla tutela della salute e sul comfort abitativo, non sempre garantiti nelle abitazioni attuali”, spiegano gli organizzatori del Saie. La ripartenza della filiera edile passa, dunque, dalla nuova filosofia dell’abitare. Gli spazi come balconi, terrazze e porticati, sia di pertinenza diretta che condominiali, diventano fondamentali. Non tutti, pero’, in Emilia-Romagna dispongono di affacci esterni: nel 2019 erano ancora 255.000 le famiglie (12,7%) che non ne avevano nemmeno uno (in Italia sono in tutto 2.750.000, pari al 10,7%). Per quanto riguarda gli spazi interni, le esigenze abitative, cambiate dall’esperienza del lungo lockdown, potranno portare, ad esempio, a case con una diversa separazione degli ambienti, con piu’ bagni e con una sorta di ingresso-filtro dove potersi cambiare non appena entrati.

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