Covid: resiste la casa in montagna

Mentre l’Italia – e un po’ tutto il comprensorio alpino – cerca la “quadra” tra contenimento dei contagi da Covid e salvaguardia dell’economia della montagna (per il periodo natalizio e le settimane bianche), Savills – con il suo 15 ° Rapporto annuale sugli Sci – fotografa l’offerta internazionale. E avverte: il Covid-19 crea sì incertezza. Ma nel mondo il turismo dello sci aumenta e anche i nostri volumi di transazioni rispetto al 2019. Significa che i nostri mercati sciistici si stanno dimostrando resilienti. Insomma — scrive Il Sole 24 Ore — andiamo verso un inverno difficile ma i turisti, dopo il covid, torneranno numerosi. Secondo Rupert Longsdon, ceo di The Oxford Ski company, «al netto di un impatto significativo a breve termine sull’industria del turismo invernale se quest’anno non si potrà sciare o lo si potrà fare con molte limitazioni, l’impatto a lungo termine del Covid-19 cambierà il modo di vivere anche la montagna, che potrebbe anche andare a beneficio delle stazioni sciistiche una volta che la pandemia sarà passata. Una delle tendenze che il virus ha accelerato è lavorare da casa e si prevede che continuerà, in una certa misura, anche una volta che ci sarà un vaccino. Naturalmente, lavorare da casa, purché ci sia una buona connessione a Internet, può essere fatto ovunque, inclusa una casa o un hotel in montagna». Concordano gli esperti di Savills: le persone possono scegliere di fare meno weekend, meno “mordi e fuggi”, non solo la classica “settimana bianca” ma prevedere un soggiorno più lungo, magari anche oltre la classica pausa natalizia, per coniugare relax e lavoro, il che costituirebbe un’inversione della tendenza. Confrontando i prezzi al metro quadrato per una proprietà nelle prime 40 località sciistiche di prima fascia nel mondo — continua Il Sole 24 Ore — non si rivela un calo dei prezzi medi richiesti rispetto al 2019. Anzi, con un prezzo medio il prezzo richiesto per metro quadrato nelle prime 10 località più costose addirittura in crescita del 7,2% annuo. Se parliamo, insomma, di immobili di fascia alta nelle località sciistiche più note, quelli di Courchevel 1850 e Val d’Isere hanno prezzi più alti che a Parigi, rispettivamente, di circa il 60% e il 30%. I valori nella località italiana di Cervinia sono paragonabili ai prezzi di un’analoga unità immobiliare a Madrid.

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