Clausola di esclusione in atto di vendita di parte comune dell’edificio

Secondo la Corte di Cassazione, sezione seconda civile, sentenza 1680/2015, pres. Piccialli – est. Manna, n.1680, la clausola, contenuta nel contratto di vendita di un appartamento sito in un edificio in condominio, con cui sia esclusa dal trasferimento la proprietà di alcune parti comuni dell’edificio stesso, deve ritenersi nulla, poiché con essa si intende attuare la rinuncia di un condomino alle dette parti comuni, vietata dal capoverso dell’art. 1118 c.c.. Trattasi di esclusione di corridoio di accesso ad alcune unità immobiliari di un fabbricato condominiale. La  Corte di legittimità ha ritenuto…

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I creditori hanno diritto ad ottenere informazioni sui condómini

Ol Tribunale di Monza, con ordinanza n. 3717/2015, ribadisce il principio di diritto in ragione del quale i creditori del condominio hanno diritto ad ottenere dall’amministratore dello stabile i dati dei condòmini. La sentenza segnalata riguarda l’estensione del diritto del creditore di accedere alle informazioni condominiali al fine di tutelare le proprie ragioni. Il tema, come noto, si intreccia con la complessa questione della solidarietà dei debiti condominiali: questione, questa, che ha trovato una (speriamo) definitiva sistemazione nella riforma del condominio, laddove, nel novellato art. 63 disp. att. c.c. è stata prevista…

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I creditori hanno diritto ad ottenere informazioni sui condómini

Il Tribunale di Monza, con ordinanza n. 3717/2015, ribadisce il principio di diritto in ragione del quale i creditori del condominio hanno diritto ad ottenere dall’amministratore dello stabile i dati dei condòmini. La sentenza segnalata riguarda l’estensione del diritto del creditore di accedere alle informazioni condominiali al fine di tutelare le proprie ragioni. Il tema, come noto, si intreccia con la complessa questione della solidarietà dei debiti condominiali: questione, questa, che ha trovato una (speriamo) definitiva sistemazione nella riforma del condominio, laddove, nel novellato art. 63 disp. att. c.c. è…

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Impianto termico centralizzato: escluso il cosiddetto diritto di condominio

La Cassazione civile, sez. II, sentenza n° 1898/2015, stabilisce che, perché un bene possa dirsi comune, occorre una relazione di accessorietà ed un collegamento funzionale con le singole unità immobiliari. In base a detto postulato  negava l’applicazione al caso di specie della disciplina di cui all’ art. 1102 cod. civ., non potendosi ritenere il ricorrente comproprietario dell’impianto centralizzato di riscaldamento. A questo proposito la giurisprudenza di legittimità, già in più occasioni, ha affermato che nel condominio degli edifici “affinché possa ravvisarsi il diritto di condominio su un determinato bene, un impianto o…

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L’assenza di forma scritta nel contratto di locazione abitativa

Secondo la Corte di Cassazione, sez. Unite Civili, sentenza n. 18214/15;  l’assenza della forma scritta è sanabile nei modi, forme e termini riportati all’art. 13 l. n. 431/1998. In ragione di ciò, compito del giudice sarà quello di accertare l’assenza di forma scritta, accertare che tale mancanza sia riconducibile alla volontà esclusiva del locatore, determinare il canone dovuto e, ove occorra, condannare il locatore alla restituzione del canone eventualmente incamerato in eccedenza. Requisito necessario è l’accertamento della posizione predominante del locatore che deve consistere in una inaccettabile pressione finalizzata a…

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La telecamera che, installata in condominio, riprende la proprietà di fronte o vicine, viola il diritto alla riservatezza

Secondo la Corte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 2015, n. 12139/2015 installare una telecamera in condominio o davanti alla propria abitazione è legittimo ma bisogna vedere come: è sufficiente che riprenda, anche in parte, proprietà di fronte o vicine e si viola il diritto alla riservatezza. È irrilevante che la telecamera non funzioni perfettamente o non sia collegata ad uno strumento di registrazione o riprende in parte le strade e le persone, la privacy è comunque potenzialmente lesa.

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Al contratto concluso con un professionista da un amministratore di condominio si applica la disciplina di tutela del consumatore

Secondo la Corte di Cassazione, Sezione 6 civile, n. 10679/2015 al contratto concluso con un professionista da un amministratore di condominio, ente di gestione sfornito di personalità giuridica distinta da quella dei suoi partecipanti, si applica la disciplina di tutela del consumatore, agendo l’amministratore stesso come mandatario con rappresentanza dei singoli condomini, i quali devono essere considerati consumatori, in quanto persone fisiche operanti per scopi estranei ad attività imprenditoriale o professionale.

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In tema di condominio degli edifici, la disciplina sulle distanze non si applica in caso di opere eseguite in epoca anteriore alla costituzione del condominio

Secondo la Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza n. 6923/2015 in tema di condominio degli edifici, la disciplina sulle distanze di cui all’art. 889 cod. civ., non si applica in caso di opere eseguite in epoca anteriore alla costituzione del condominio, atteso che, in tal caso, l’intero edificio, formando oggetto di un unico diritto dominicale, può essere nel suo assetto liberamente precostituito o modificato dal proprietario anche in vista delle future vendite dei singoli piani o porzioni di piano, operazioni che determinano, da un lato, il trasferimento della proprietà…

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Se il canone di locazione non è esagerato non si incorre nel reato di favoreggiamento alla prostituzione

Non sussistono i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nei confronti del soggetto che concede in locazione un appartamento ad una prostituta a prezzo di mercato, anche se sia consapevole che l’inquilina vi eserciterà il meretricio. Lo ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione con la sentenza n. 39181/2015, annullando la condanna dei confronti di un uomo che aveva dato in affitto gli appartamenti di sua proprietà ad alcune donne esercenti l’attività di meretricio. Secondo gli Ermellini, la sola circostanza di aver concesso in locazione gli immobili dove…

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Decreto ingiuntivo: nel giudizio di opposizione non si può sindacare la validità della delibera che ha approvato il rendiconto

Il Tribunale di Verona con la sentenza n. 1458/2015 ha ribadito il principio giuridico che in sede di opposizione a decreto ingiuntivo non è ammesso al debitore invocare la revoca del decreto sulla scorta dell’asserita invalidità della delibera assembleare. Infatti, le difese che è in grado di opporre il condòmino “moroso” avverso al decreto ingiuntivo possono riguardare la sussistenza del debito e la documentazione posta a fondamento dell’ingiunzione, ovvero il verbale della delibera assembleare, ma non sono in grado di estendersi alla nullità o annullabilità della delibera avente ad oggetto…

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