coronavirus: La crisi degli affitti di case e negozi

Proprietari e inquilini di oltre 6 milioni di immobili affittati — scrive Il Sole 24 Ore — misurano i primi danni della crisi e aspettano le prossime mosse del governo. Dopo il tax credit di marzo – limitato ai negozi in categoria catastale C/1 – bisogna ricomporre il puzzle degli annunci, dal titolare dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al sottosegretario al Mef, Maria Cecilia Guerra. Si va verso un’estensione degli aiuti agli autonomi e agli immobili diversi dai negozi, con una dote «sostanziosa» di 2 miliardi destinata anche alla bollette. Gli affitti commerciali sono i primi a soffrire, e in molti casi continueranno a farlo anche durante la fase-2. La crisi delle attività si riflette inevitabilmente sul mercato abitativo. «Dove c’è il rischio che il 50% dei circa 4 milioni di famiglie in affitto vedrà accentuate criticità e sofferenze – spiega Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia – Occorre ripensare i canoni e rinegoziare le condizioni, almeno in una prospettiva temporanea». Il sindacato degli inquilini propone ad esempio di rivedere gli accordi territoriali sul canone concordato. Sono stati già firmati alcuni protocolli (o bozze) territoriali. E anzi a Bologna l’accordo è stato integrato, con l’ok a prevedere dei canoni inferiori ai valori minimi fissati. I contribuenti che sfruttano i bonus per inquilini a basso reddito sono 1,25 milioni, con un importo medio di 179 euro. Mentre, per quanto concentrati nelle grandi città, quelli che usano l’agevolazione del 19% per i fuori sede sono 282mila (per lo più genitori degli studenti).

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