Il condominio va sanificato? L’obbligo non c’è

Nel pieno dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus il contagio può avvenire anche negli spazi comuni condominiali tramite il contatto con porte, pulsantiere, maniglie, corrimano, ecc., sulle quali il virus può resistere più a lungo, come spiegano le direttive dell’Istituto Superiore di Sanità. Il ministero della Salute, nella circolare n. 3190 del 3 febbraio 2020 — ricorda il Corriere.it — ha chiarito la responsabilità del datore di lavoro in merito alla tutela dei lavoratori per limitare la diffusione del Covid-19 e ha inoltre invitato tutti ad adottare le comuni misure preventive. Successivamente, il medesimo ministero con nota n. 5443 del 22 febbraio 2020 ha definito le linee guida di trattamento dei casi, con le indicazioni per la pulizia degli ambienti non sanitari dove abbiano soggiornato casi confermati di Covid-19. La situazione che riguarda il Coronavirus riveste il carattere di emergenza a livello nazionale, come sottolineato in più occasioni dalle autorità politiche e sanitarie. Proprio per questo carattere di eccezionalità e urgenza — continua il Corriere.it — l’amministratore dovrebbe intervenire per la sanificazione delle parti comuni del proprio condominio soprattutto per la salute pubblica dei condómini. Il condizionale è d’obbligo in questo caso, perché a oggi non esiste una legge che imponga un obbligo con cadenza fissa per questa operazione, ma solo interpretazioni del Codice Civile che vanno incontro alla salute dei condòmini.

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