dopo il lockdown più verde, coworking di vicinato, spazi di gioco e svago

«Ripensare i piani terra degli edifici per incrementare i fronti attivi in cui inserire servizi per la collettività. Introdurre negli edifici di nuova realizzazione spazi ad uso comune, da considerare come estensione della casa e in cui promuovere forme di coworking di vicinato, spazi di gioco e svago. E ancora, incentivare nei nuovi sviluppi urbani delle forme organizzate di comunità di quartiere, con luoghi dedicati, che aiutino a creare un maggior senso di identità (anche con app che promuovano la disponibilità di eventi, servizi, spazi e risorse disponibili)». Sono queste le tre proposte che Stefano Recalcati, associate director di Arup Italia — riporta Il Sole 24 Ore — sintetizza, presentando i risultati della ricerca messa a punto dalla società di ingegneria internazionale, come “barometro” del concetto di “città dei 15 minuti”, un’indagine sullo stato d’animo delle persone che hanno vissuto il lockdown nelle grandi città europee. La ricerca, Arup’s City Living Barometer, è stata sviluppata intervistando 5mila residenti a Milano, Berlino, Londra, Parigi e Madrid, per valutare la vivibilità delle città, considerando l’indicatore della qualità della vita, quando le strutture essenziali si trovano a 15 minuti a piedi o in bicicletta da casa. Il 59% degli intervistati a Londra ha considerato l’ipotesi di cambiare città nel primo lockdown, il doppio dei residenti a Berlino (30%). A Milano il 39% e a Madrid il 37. Nella capitale britannica, il 41% degli intervistati si è effettivamente mosso temporanamente durante la pandemia, a Milano e a Madrid il 12%, a Berlino il 13% e a Parigi il 20. Anche se Londra è riconosciuta come una città dinamica per i servizi e il verde, i cittadini dicono che servono in media 23,5 minuti per raggiungere luoghi primari come sono le scuole o aree food (Milano si attesta sui 13 minuti) e in ogni caso ne servono almeno 20,1 per raggiungere un parco o un’area giochi (a Madrid 8,9, a Milano 9.3, a Berlino 10,1 e a Parigi 11,1). In generale tutti gli intervistati nelle diverse città europee hanno riconosciuto dei miglioramenti durante la pandemia espressi dal meno traffico (37%) e con la riduzione dell’inquinamento atmosferico (30%). I londinesi si sono rivelati i più propensi a lavorare da casa (80%), rispetto a Milano (50%), Madrid (49%), Parigi (46%) Berlino (40%) e sono molto ottimisti sulla possibilità di continuare con lo smartwoking in futuro (con una giornata e mezza, o due alla settimana).

 PROBLEMI DI CONDOMINIO? L’ARPE LI RISOLVE CON SOLI 8 EURO AL MESE. CONSULENZE TECNICHE-LEGALI-FISCALI GRATUITE PER TUTTO L’ANNO

Articoli Correlati