Contrarre (o surrogare) un mutuo non è mai stato così economico
Da due anni, ormai — scrive il Corriere.it — i tassi legati ai finanziamenti per l’acquisto della prima casa sono incagliati su livelli storicamente bassi. Merito dell’atteggiamento accomodante delle banche centrali che continuano a perseguire una politica monetaria ultra-espansiva. In Europa il tasso ufficiale di riferimento della Bce è a “zero” da marzo 2016, mentre il tasso sui depositi è stato portato a settembre 2019 al -0,50% (è il tasso che le banche devono pagare sui depositi presso la Bce). L’effetto di questa nuova era è ben visibile sui tassi di riferimento, fissi e variabili, dei mutui. L’Euribor a 1 mese e a 3 mesi, benchmark di riferimento dei mutui variabili, sono in territorio negativo dal 2015 (oggi valgono rispettivamente -0,463% e -0,395%), mentre l’Irs, parametro a cui sono legati i mutui a tasso fisso, vale lo 0,6% a 25 e 30 anni (solo un anno fa viaggiava, sulle stesse scadenze, intorno all’1,35%).
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